Riflessioni su Mad Men
Una serie televisiva come poche, perchè fa pensare molto. Come Lost o Heroes: ormai le serie televisive stanno raggiungendo sempre di più una qualità filosofica. Ho visto le due serie di Mad Men, in Italia andate in onda su Cult, e sono rimasto piacevolmente colpito dalla densità delle sue storie. Meritati, a mio parere, i due Golden Globe vinti rispettivamente nel 2008 e 2009. Le vicende della serie ruotano intorno alla vita di Don Draper, pubblicitario di successo della Sterling-Cooper: il contesto è l’America degli anni ’60. Kennedy, Nixon, le contraddizioni di una società che sta per cambiare la sua sensiblità proprio grazie all’opera di aggressivi pubblicitari. La vita del protagonista della serie non è che un punto di concentrazione, un angolo privilegiato per guardare una società che ha generato la nostra. In primo piano, dunque, la vita di un pubblicitario e dell’ambiente cinico e spietato che lo circonda. I rimandi e gli spunti di riflessione sono tantissimi. La cosa che mi ha colpito di più di questa serie televisiva è la massima che l’attraversa: “fare finta che non sia successo niente”. E’ la massima che il protagonista ogni volta si ripete e che ripete agli altri quando si trovano in situazioni critiche: “andare avanti, fare come se niente fosse successo, è quello che fanno tutti”. Una tale massima può apparire in contraddizione proprio con la massima che dovrebbe orientare il suo lavoro: fare in modo che qualcosa accada. Un profumo diverso, una nuova scatola di cereali, un rossetto. Devono diventare degli eventi. Le persone non possono restare indifferenti. A ben guardare, le due massime sono complementari e fanno parte della strategia fondamentale che regola la nostra vita nell’attuale e matura società dello spettacolo. Il controllo dell’evento. Della sua percezione. In fondo ogni giorno ci viene detto questo: cosa è evento, cosa non deve esserlo. Su che cosa dobbiamo sorvolare, su che cosa dobbiamo concentrarci. La cosa triste è ovviamente il risultato: la nostra società, la qualità della nostra esistenza, vanno a rotoli e noi non muoviamo un dito, ma possiamo sempre rallegrarci per la nuova pubblicità di uno stupido telefonino.
certe volte far finta di niente aiuta a vivere e a non arrendersi, soprattutto quando il tuo dolore non conosce misura e tu non hai la forza o il coraggio per affrontarlo. a volte anche uno stupido telefonino può renderti felice perchè ti fa sentire meno diverso da chi continuamente ti esclude, magari perchè sei un disabile,o un pò timido, etc. ovviamente la qualità della nostra esistenza è peggiorata perchè l’uomo è peggiorato.
Francesco said this on settembre 6, 2009 a 10:38 am
@francesco: ovviamente non intendevo condannare un acquisto che può rendere felice o meno, per le ragioni più diverse. Il problema credo sia piuttosto che, sempre di più, la nostra felicità si “limiti” a questo e che non ci si spinga più oltre. Nel post ho messo in evidenza come tale spingersi divenga difficile (a prescindere dai temperamenti e dalle situazioni specifiche) grazie a una precisa pressione comunicativa. La serie televisiva mi sembra metta in scena davvero bene una tale forza, che necessita della nostra infelicità per reggersi in piedi.
ariemma said this on settembre 6, 2009 a 10:51 am
“La nostra felicità si “limiti”………”
ho la soluzione: Dio. Ricordiamoci di Dio, del suo amore e del dono più grande che Egli ci ha concesso: La Vita!!!! Tutti hanno dei problemi, preoccupazioni etc, ma se credete in Dio troverete la forza per affrontarli e ritrovare la serenità!
Purtroppo l’uomo allontanadosi da Dio ha firmato la propria condanna a morte, morte spirituale e morale!!!!
Ricordatevi di Dio e tutto cambierà, perchè l’amore può cambiare il mondo!!!! Basta volerlo!!!^_^ ^_^ ^_^
“Ama e sarai Amato, Chiedi e ti sarà Dato” così ha parlato Gesù!
Non fate come S. Tommaso che ha creduto solo dopo aver visto.
Gesù: “Tommaso, Tommaso, tu hai creduto perche hai veduto. Beati quelli che pur non avendo veduto crederanno perchè di essi è il Regno dei Cieli”
S. Tommaso: “Mio Signore, è MIo DIO”. Le parole di San Tommaso sono la dichiarazione più bella fatta a Gesù!!
Dio c’è!!Dove e continua a bussare, fino a quando non vi deciderete ad aprire la porta del vostro cuore!!!
raffaella said this on settembre 6, 2009 a 1:03 PM
@ Raffaella:
“ho la soluzione: Dio”. Così suona un po’ come la pubblicità di un detersivo 🙂
Anzi, visto che ci siamo, a proposito di pubblicità, è stata proprio la cultura cattolica a creare “il marketing” prima della società dello spettacolo, e dunque la nostra contemporanea infelicità. Consiglio la lettura di “Gesù lava più bianco”, edizioni Minimum fax. Un saggio illuminante. E non mi addentro ovviamente nella più grande operazione politico-pubblicitaria della storia, la Bibbia, da cui hai tratto il passo.
ariemma said this on settembre 6, 2009 a 3:16 PM
la cultura cattolica ha creato il “marketing” della società spettacolo? assolutamente no. Qst è una illazione!!!!
lasciamo perdere, l’argomento è complicato e non ho intenzione d banalizzarlo come hai fatto tu!
“la nostra contemporanea infelicità”, ma io sono Felice!!!!^_^
buona serata.
raffaella said this on settembre 6, 2009 a 5:00 PM
“Anche se Dio esistesse ,ciò non cambierebbe nulla .Non che noi non crediamo che Dio esista ,ma pensiamo che il problema non sia quello della sua esistenza;bisogna che l’uomo ritrovi se stesso e si persuada che niente può salvarlo da se stesso,fosse pure la prova valida dell’esistenza di Dio”.
Penso che le parole di Sartre siano le migliori x esprimere il mio pensiero.Credere nell’esistenza di un “essere superiore” non dovrebbe giustificare la passività dell’uomo.Non c’è nessun altro che possa agire al suo posto,la fortuna e la sfortuna fanno poi la loro parte…
Non basta credere in Dio perchè le cose si risolvino ,il nostro intimo rapporto con Dio non può sostituire quello che “dobbiamo avere” con il mondo che ci circonda.
Ricordarsi di Dio non è sufficiente x diffondere qll chiamiamo AMORE,qst è cosa molto più difficile,perchè richiede meno egoismo e più attenzione.
Credo che l’infelicità non sia semplicemente qll individuale ,davvero troppo relativa e mutevole, ma qll che in generale caratterizza la qualità della vita.L’infelicità è non riuscire a vedere la necessità di cura ,infelicità è desiderare tante cose senza dare peso a nnt,dimenticandosi che invece un solo gesto può cambiare tutto.
Perchè la vita dovrebbe avere più valore solo perchè è un dono di Dio ?
è questo il problema!!! la vita è un dono prezioso certamente ma non xkè ci è dato da Dio .Pensare che lo sia solo per questo è davvero riduttivo,oltre che pericoloso…nessuno ci crede davvero quind nessuno dovrebbe più dargli peso…
La vita è ricchezza in ogni suo aspetto …è la possibilità per ognuno di essere … se ci rendessimo conto di questo sarebbe già tanto.
Stefy said this on settembre 11, 2009 a 3:30 PM
Come volevasi dimostrare.
Parlare di Dio è abbastanza difficile, ancor più difficile è riuscire a capire ciò che affermano gli altri.
Per mia fortuna, credo in Dio, ma credo anche nell’azione, o meglio nel libero arbitrio. Siamo noi che decidiamo. Non ho mai detto né pensato che tutto si possa risolvere nel dire che Dio esiste.
Dio è la soluzione! In che senso?
(A volte sono troppo superficiale e poco chiara. scusatemi.)
Dio è Caritas (amore), Dio è accanto a noi, ma siamo noi che dobbiamo scegliere il cammino giusto, siamo noi che decidiamo ciò che vogliamo diventare: “sasso, diamante o una goccia nel mare”.
Per quanto riguarda L’infelicità collettiva credo che sia legata a quella individuale.
Esempio:
se su 100 persone 10 sono infelici e 90 felici, l’infelicità delle 10 persone cesserebbe di esistere grazie all’aiuto e alla comprensione delle persone felici. Sapete, il buonumore, la voglia di vivere sono contagiosi!
Il punto è che oggi siamo veramente in pochi ad essere felici ed è per noi impossibile aiutare gli altri poiché continuamente ci ritroviamo davanti a barriere difficili da abbattere, sembra che tutto sia stato perso e si ode la banalissima espressione: “Deve andare così. Non c’è niente da fare!!”
L’amore, la solidarietà, la comprensione, la pazienza, sono valori che l’uomo ha perso perché non vuole vivere, non vuole tentare, non vuole amare e, di conseguenza, l’infelicità individuale si è trasformata in infelicità collettiva. Tutti piangono e si lamentano perché nulla ha più un senso per loro.
Ecco, io non tollero chi si presenta come vittima della società, chi continuamente brancola nel buio, chi cerca di assomigliare a modelli falsi, chi aspira al potere per danneggiare il prossimo. No, io non credo in un Dio che impone gli eventi, che ti fa soffrire, non credo nell’uomo come burattino; Io, piuttosto, credo in un Dio che lascia vivere, che lascia scegliere e perché no, qualche volta, anche sbagliare! Inoltre non ho ridotto la vita a dono di Dio, ma direi che mi sono limitata nello scrivere.
Ho aggredito Tommaso non perché non crede in Dio (saranno fatti suoi se crede o no), ma perché ha ridicolizzato la Bibbia ed ha dimenticato che i testi possono essere interpretati in modo diverso. “ogni testa è un tribunale!!”
Se chi detiene il potere ha sfruttato la Bibbia, non è colpa di Dio, ma, semplicemente, dell’uomo.
Puoi difendere il tuo fidanzato e condividere le sue idee, ma non giudicare chi crede in Dio, non ridicolizzare ciò che ridicolo non è!
Per fortuna, io decido della mia vita e, soprattutto, credo in Dio.
Per te può essere riduttivo vedere la vita come un dono meraviglioso, per me può essere riduttivo il tuo modo di pensare! Eppure non ti giudico perché ad essere riduttivo è solo un banale blog! tu, Tommaso ed io crediamo che la vita è ricchezza, l’unica differenza è che io ho fede!
Un Bacio
E’ sempre un piacere confrontarsi con te!
Gli enigmi di Dio sono più soddisfacenti delle soluzioni dell’uomo’.
Gilbert Keith Chesterton
raffaella said this on settembre 11, 2009 a 8:31 PM
ovviamente, bisognerebbe capire cosa si intende con iltermie “felicità”, ma il discorso diventerebbe ancora più complicato. ^_^
Lella said this on settembre 11, 2009 a 8:40 PM
Cara Raffaella mi piacerebbe non doverti scrivere qui ma credo sia doveroso.Innanzitutto vorrei dirti che non difendo Tommaso,non ne ha bisogno , esprimo una mia idea che può somigliare o meno alla sua.
Non ti ho giudicato,nè ho offeso chi crede in Dio.Ho semplicemente detto quello che credo sia il modo migliore x farlo.Mi dispiace che tu ci sia rimasta così male,soprattutto perchè non c’era motivo di prendersela.Non mi sembra di aver ridicolizzato nessuno.
Di sicuro ti avrà dato tanto fastidio il modo in cui abbiamo trattato l’argomento ,altrimenti non ne avresti parlato anche nel tuo blog,e non avresti usato parole tanto forti .Non mi sento offesa solo perchè capisco che forse eri davvero irritata.
Avrei preferito commentare nel tuo blog,ma purtroppo non posso.In particolare devo dirti che l’idea che tu hai della ragazzina di è davvero buffa,è altrettanto antica l’idea di donna matura,e lo è ancora di più ritenere che un uomo biologicamente cresciuto sia maturo.Il fatto che alcuni siano maturi e altri no,dovrebbe farti pensare che non è l’età il problema.Il fattore determinante per il modo di pensare di un persona è il suo vissuto.L’esperienza di ognuno di noi è così complessa e diversa…
se tutti misurassero cn l’età la maturità e lo spessore del pensiero delle persone saremmo finiti.
Per fortuna esistono quelli che tu chiami mocciosi(“che non sanno gestire una donna e preferiscono guardare le ragazzine perchè con loro possono fare quello ke vogliono”!!),quegli uomini che vanno oltre ogni pregiudizio,e non danno nulla per scontato.
Semplicemente vivono senza farsi influenzare dai luoghi comuni e questo a me sembra coraggio non paura di scegliere!
Stefy said this on settembre 21, 2009 a 3:17 PM
etsi deus non daretur e tornando a Mad Men:
è davvero un prodotto interessante a cui sono arrivato da questa sintetica quanto efficace scheda di Tommaso.
il che mi riporta all’idea di filosofia che vado maturando:
il filosofo è uno che si innamora, e raccontando fa innamorare altri.
l’oggetto di questo amore è la vita stessa nella sua irriducibile varietà e purtroppo solo pochissimi (filosofi e non) riescono a non innamorarsi di uno solo dei suoi aspetti …
per usare un gergo levinasiano che a tommaso piacerà non un sistema di bisogni indotti (come l’advertising) ma di desideri attivati … hihi
Gianluca A. said this on ottobre 25, 2009 a 12:51 PM
Sono arrivato solo adesso su questo sito perché ero alla ricerca di punti di vista sulla serie Mad men che mi sembrava qualcosa di notevole e sulla quale pensavo valesse la pena di condividere impressioni e riflessioni sul mio blog. sono molto d’accordo (al di là dei vari “commenti”) con la lettura che il post Riflessioni su Mad men fa della serie televisiva come sono d’accordo con l’approccio “filosofico” su quella serie. sono convinto anch’io che si tratti di un rappresentazione veramente interessante su una fase storica e culturale che forse può essere considerata un pò la “culla” del nostro “sentire” contemporano. è interessante come dal gioco delle vicende, dei personaggi, dal far vedere e non far vedere i loro sentimenti talora contradittori, forse anche dal modo come sono presenti gli “oggetti” stessi, si riesca a comunicare allo spettatore emozioni, sensazioni..stati d’animo..ecc.
è veramente un prodotto che finalmente ha qualcosa da dire contro la “nullità” di tutto ciò che oggi!!
Pino Mario De Stefano said this on gennaio 10, 2010 a 7:38 PM