Pop Filosofia
Ormai circola nelle librerie da qualche mese ed è certamente tra le cose più interessanti e provocatorie che la filosofia può offrire oggi, soprattutto sul suolo italico.
La filosofia si misura qui con la colonizzazione dell’immaginario contemporaneo, ottenuta attraverso film, serie televisive, fumetti, romanzi. Nella raccolta figura un saggio del sottoscritto dedicato alla serie Mad Men e il volume nel suo complesso fa un’ottima figura, con contributi di alto livello. Una filosofia che pensa il proprio tempo, né più né meno. Riporto i link, rispettivamente, dell’introduzione al volume e di una delle tante recensioni apparse finora (la recensione non è ottima, ma sicuramente rende l’idea del volume meglio delle altre – da leggere è soprattutto la discussione nei commenti alla recensione):
http://www.carmillaonline.com/archives/2010/03/003393print.html
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2010/03/26/pop-reloaded/
C’è aria di pop nella filosofia già da un bel po’ di tempo. Ma bisogna spingersi oltre: la pratica che viene annunciata nel libro in realtà è piegata alle leggi del discorso normativo. Non credo che vada bene così. La decostruzione deve farsi anche cosmetica, non solo critica; deve fondarsi su un uso affatto diverso del linguaggio e della scrittura. Diversamente, e come sembra faccia anche questo libro, si tratta solo di un’ibridazione e di una contaminazione del target, non del linguaggio filosofico. Nessuna novità: I Simpson e la filosofia, Platone e il calcio, ecc. niente di nuovo che non sia stato già teorizzato, anzi, “praticato” da un Barthes,o da un Dorfles (detto per inciso, bisognerebbe trattare anche del giocattolo, del videogame, del gioco da tavolo, della raccolta delle figurine, tutte estetiche “mineur” che in questo libro mancano). Proprio seguendo Barthes, bisogna che la grammatologia diventi una grammatografia: “Della grammatografia”, è il titolo di un mio prossimo lavoro, che mi piace annunciare qui. Un saluto SB
esteticacontemporanea said this on aprile 29, 2010 a 2:21 PM
La pop filosofia non è una “nuova” filosofia. Nel post lo dico: è la filosofia che pensa il proprio tempo, né più né meno (al contrario della filosofia accademica). La novità, in primo luogo, nel titolo. Nessun libro in Italia ha questo titolo: una dichiarazione d’amore e, insieme, di guerra, e non un “divertimento” occasionale o un saggio furbo. La seconda novità sta nella gamma degli argomenti: uno spaziare dal romanzo alla televisione, al fumetto. Un testo ampio e nello stesso tempo deciso, schierato, che credo farà pensare e discutere (come già sta facendo sulle prime pagine dei giornali). Politica della filosofia.
ariemma said this on aprile 30, 2010 a 2:36 PM