Contro la falsa bellezza: l’intervista sul quotidiano Il Denaro
Perché la bellezza “rifatta” dovrebbe essere meno vera? Nella scelta estetica c’è già una scelta etica?
La bellezza rifatta è meno vera perché si allontana dalla verità della bellezza. Aspira a una bellezza uniforme e totalitaria, quando essa è multiforme. Non esiste una sola bellezza e imporla è fare un torto alla bellezza stessa. Il problema che pongo è ovviamente anche etico e politico.
Perché hai sentito l’esigenza di fare una filosofia della chirurgia estetica?
Ho scritto “Contro la falsa bellezza” perché mi sembrava assurdo che nessuno studioso di “estetica” avesse scritto niente su un fenomeno così importante e inquietante. Un tale problema era inoltre coerente con le mie ricerche filosofiche sul corpo esposto affrontate nei miei libri precedenti. L’argomento non è nato tuttavia solo dalla continuità delle mie ricerche, ma dall’esperienza dell’insegnamento al liceo. Nei miei primi anni di insegnamento, infatti, mi sono imbattuto in ragazze (e ragazzi) che come regalo per i 18 anni chiedevano l’intervento chirurgico. Solo pochi anni fa la cosa era impensabile. Questo libro è scritto innanzitutto per quei ragazzi, prime vittime dell’omologazione estetica. Ma il testo è per tutti, perché il problema è ormai a un grado di diffusione impressionante.
La bellezza è plurale. Il problema allora non è la chirurgia estetica come tale ma il fatto che dietro di essa ci sia una singola, omologata, idea di bellezza?
Certo. Tuttavia è proprio questa idea ad aver creato la chirurgia estetica. Un’idea che è stata sostenuta dalla tradizione filosofica: la bellezza è stata associata spesso all’eternità e all’integrità, quando essa è fragile e sfuggente, mutevole. Spetta allora ai filosofi ripensare la bellezza.
Perché molte donne e uomini si rifanno anche a costo di essere palesemente e ridicolmente kitsch? Che il kitsch sia un nuovo canone di bellezza?
Non credo. Quando l’intervento non corrisponde alle aspettative viene subito stigmatizzato e ridicolizzato. I soggetti in questo caso credo pensino “meglio questo che sembrare vecchi o altro”.
C.F.
Domanda di un liceale (che ha già sul corpo i segni del decadimento): il problema non è la manomissione tecnica del corpo, ma l’omologazione, giusto? Dunque non ogni chirurgia estetica è da gettare!
rispettarelosceno said this on ottobre 30, 2010 a 11:05 am
Domanda assai acuta. Io non sostengo che la chirurgia estetica sia da “gettare”. La analizzo come uno dei fenomeni più inquietanti della nostra società. Capace di farti pensare al tuo corpo come se stesse già “decadendo”. In realtà l’omologazione è già qui. Sta agendo a un livello più sottile. Sentirsi a disagio con il proprio corpo è il risultato dell’imposizione di modelli, con i quali ci rapportiamo. Se ti dici che il tuo corpo ha già i segni del decadimento, non stai valutando la situazione in base a un modello di riferimento?
ariemma said this on ottobre 30, 2010 a 11:26 am
Forse sì, ma tu non hai visto le mie occhiaie!
rispettarelosceno said this on novembre 3, 2010 a 12:40 PM