Picasso e l’arte del taglio
“Un aneddoto ormai celebre racconta di Picasso criticato da un uomo per via della sua arte ritenuta poco realistica. Quando il pittore gli chiede un esempio di arte realistica, l’uomo indica una foto di sua moglie. La risposta sarcastica di Picasso non si fa certo attendere: quella foto non poteva adeguatamente rappresentare la moglie, perché non era certamente così piccola, a due dimensioni, in bianco e nero e soprattutto senza braccia né gambe! Questo gustoso aneddoto getta luce, tra le altre cose, anche sul modo che Picasso aveva di concepire l’immagine e l’opera d’arte, ovvero non attraverso la dimensione della somiglianza, bensì quella del taglio. Del resto, come acutamente osservato da Julia Kristeva, «è proprio il taglio a strutturare l’universo di Picasso» […]. Se un’immagine è sempre un taglio, l’arte, a cominciare dalla pittura, ha sempre moltiplicato questo taglio, al suo interno, attraverso l’esercizio del dettaglio. Piuttosto che significare qualcosa di antipittorico, i celebri tagli di Lucio Fontana direbbero allora di qualcosa che accade, a fior di tela, su tutti i dipinti”. (Sul filo del rasoio. Estetica e filosofia del taglio, pp. 25-26)
http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788854870321
io credo che non sia solo il taglio, nel caso di Picasso, a definire uno stile così….definitivo….direi piuttosto che contava molto il rapporto difficile che aveva con le donne, addirittura venne definito misogino.
il taglio, in questo caso, è il voler rendere agli occhi dell’uomo, la donna una figura menomata.
Le interpretazioni, come vedi, possono essere diverse.
Carla Bariffi said this on aprile 28, 2014 a 3:35 PM
Per fortuna :)! L’interpretazione della sua pittura come taglio è di Julia Kristeva, una psicoanalista molto attenta alla dimensione femminile
ariemma said this on Maggio 9, 2014 a 3:46 PM