2010. Contro la falsa bellezza. Filosofia della chirurgia estetica

Contro la falsa bellezza. Filosofia della chirurgia estetica, Il Melangolo 2010, p. 64, euro 10

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Perché una ragazza di 18 anni chiede come regalo di compleanno un seno nuovo? Perché rifarsi naso, labbra, zigomi, glutei, sembra oggi così normale, quasi naturale? Che cosa c’è dietro questa frenesia di ricostruzione del proprio corpo che attraversa la nostra società? Per la prima volta la filosofia prova a misurarsi con la chirurgia estetica e a rispondere alle questioni da essa sollevate. Dietro la chirurgia estetica c’è un’idea falsa e pericolosa di bellezza – come omologazione e cancellazione della nostra singolarità di viventi. Un odio verso se stessi che la società dello spettacolo instilla nelle nostre menti, in particolare tra le donne. Pensare filosoficamente la chirurgia estetica è indispensabile oggi per comprendere il modo in cui oggi cambiamo e il modo in cui oggi ci odiamo. In un “pamphlet” brillante e polemico, Tommaso Ariemma smaschera, con gli strumenti della filosofia, il modo in cui la società ridimensiona la nostra libertà e il nostro essere in nome di una idea omologante e falsa di bellezza


2 Risposte to “2010. Contro la falsa bellezza. Filosofia della chirurgia estetica”

  1. Egregio Tommaso,
    ho avuto modo di leggere un breve estratto del suo pamphlet Contro la falsa bellezza che comparve nell’ultimo libro della DE GREGORIO ed ho trovato le riflessioni da lei formulate sul concetto dell’immagine di se’ davvero interessanti. (Mi hanno ricordato le argute considerazioni che Barthes fece a suo tempo e le implicazioni che rivelò intorno al soggetto-oggetto fotografato nella sua Chambre claire).
    Mi ha fatto pensare a quel grande fotografo che sosteneva – ritengo giustamente – di sentirsi incapace di riprendere fotograficamente un volto (sia maschile che femminile) che non recasse in sé i segni dell’età “perché un volto teso e giovanile non avrebbe avuto alcuna storia da raccontare”.
    Di grande interesse ed estremamente in linea con la contingenza degli eventi della cronaca sono poi le osservazioni inerenti il fenomeno del ricorso alla chirurgia estetica da parte di molte adolescenti del nostro paese – e non solo – che vorrebbero rifuggire dal proprio corpo visto come qualcosa di consciamente inaccettabile, nel tentativo di “omologarsi” rivelando così – ahimè – tutta la profonda insicurezza di costoro e l’incapacità di una realtà educativa (che c’é, o non c’é più? che subisce le distorsioni emulative prodotte da media diciamolo pure, dai contenuti spesso ignobili) distante ed ambigua, che non sa infondere consapevolezza né responsabilità.
    Infine, i riflessi sociologici del fenomeno da Lei sottolineati, come il tentativo di cancellare la responsabilità personale considerata come un ingrato fardello – forse perché fa soffrire o perché non si intende pagare per le proprie colpe? – di cui liberarsi attraverso la cancellazione della propria immagine “preoperatoria”, dimostrano nella realtà quanto ciò che lei scrive sia effettivamente riscontrabile nei fatti e riveli anzi nell’agglomerato sociale contemporaneo, una precisa e diffusa volontà di attuare una simile mistificazione.
    Complimenti per aver saputo tradurre in modo tanto efficace talune realtà sulle quali non ci si sofferma mai troppo spesso.

    Alberto ANTONELLI

  2. Caro Alberto, grazie per il suo apprezzamento. Sono felice che il mio messaggio sia arrivato, è la vera soddisfazione. A breve riprenderò questi temi in un altro libro. Osservazioni come le Sue sono per me molto preziose. Un caro saluto, Tommaso

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